Finalmente, dopo anni di promesse non mantenute siamo riusciti, Astrid ed io, ad andare a San Giovanni delle Contee dal nostro amico Tommaso Ciuffoletti. L’abbiamo fatto con tempismo da gatto, perché ci siamo andati non in un giorno qualsiasi ma in occasione della Disfida delle Contee. Cosa sia la disfida lo ha spiegato molto bene Tommaso su Intravino, e nessuno potrebbe farlo meglio di lui, quindi sarà il caso, se siete curiosi, di andare a nutrirvi alla fonte.
Dirò solo che in una viuzza di un paesino di poche anime c’era un lungo tavolo davanti a una locanda. Lì una giuria (nella quale mi sono ritrovato) ha assaggiato un certo numero di vini prodotti in quell’angolo di mondo e ne ha premiato qualcuno. Com’erano i vini? Veri.
Il tutto è avvenuto in una atmosfera ai limiti del fiabesco, perché nell’entusiasmo della Disfida delle Contee c’è un’eleganza che è tipica delle persone gentili. E tutti erano eleganti in quel modo oggi così raro e prezioso: i matti che hanno organizzato; quelli che ci hanno fatto bere e mangiare cose buonissime; quelli che hanno portato il loro vino; quelli che sono venuti solo a berlo; l’omone che ci ha guardato dal balcone e il cui vino è arrivato poi terzo.
Astrid scattava le sue foto e poi ha posato divertita per il papà di Tommaso che le ha fatto un ritratto con la matita. Siamo andati felici perché volevamo riabbracciare un caro amico, e siamo tornati con amici in più. E che vogliamo rivedere. Nella peggiore delle ipotesi tra un anno, per la quarta Disfida delle Contee.